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venerdì 24 maggio 2013

Pita improvvisata con la pasta madre che 'avanza'

Certe volte sembra proprio vero che le cose ben programmate sono destinate a fallire mentre le cose capitate per caso, sull'ispirazione di un momento, danno risultati inaspettati. Ho provato alcune volte a fare la pita ma non mi si è mai gonfiata, nessuna tasca, nemmeno un accenno. Ricetta, lavorazione e tempi ben pianificati grazie a lunga ricerca tra le varie ricette sul web e poi, un pane buono, ma basso basso. Comunque si usa anche arrotolare intorno alla farcitura quindi la mancanza della tasta non era poi così fondamentale, ma io la tasca da farcire la volevo!!! Anche solo per vedere la magia dell'impasto che si gonfia, è solo per vedere questo genere di trasformazioni che mi metto ad aspettare lunghe lievitazioni, che impasto a mano per decine di minuti...per vedere gli impasti trasformarsi.
Anche in questo caso è stata la pasta madre a fare la sua magia e questo post che ho letto sulla Comunità del cibo pasta madre.
Quando rinfresco la madre non mi piace buttare, nel vaso di vetro ne tengo almeno 150-200 g. (tenerne meno non mi piace, mi sembra pochissima, anche se non lo è, ma non si sa mai, metti che un giorno devo fare il pane per 50 persone...), basta un rinfresco e ne ho già più di 400 g., metti che invece di fare grandi cose mi faccio solo una pagnotta o una pizza, ne metto via la solita dose nel vasetto di vetro e poi ne avanza parecchia. A volte per non buttare nulla rimettevo in vaso 300 g. di madre per poi ritrovarne più di 600 al rinfresco successivo e poi dover pensare a cosa farne! Adesso con la pasta avanzata faccio la pita, una buonissima pita e con la tasca, of course! Io ho letto l'articolo che vi ho citato sopra, ma poi ho fatto a modo mio, ho sempre fatto riposare la madre dopo la rinfresco, l'ho sempre risciolta in pochissima acqua per poi fare le aggiunte, ho provato ad usare diverse farine ed è sempre venuta molto bene.


Per fare queste piccole pite improvvisate vi serve solo la pasta madre da poco rinfrescata, qualche pallina da 40 g, circa l'una (ogni pallina una pita, ovvio, quindi fate i vostri conti), e qualche pizzico di sale.
Volendo, io lo faccio, potete aggiungere qualche cucchiaio di una farina particolare e qualche erbetta tritata. Io prendo il mio avanzo di pasta madre dopo 3 o 4 ore dal rinfresco, non ho le dosi precise, faccio un pò ad occhio ma poniamo che siano 150 g. di madre, lo sciolgo nuovamente con 3 o 4 cucchiai di acqua tiepida, unisco un paio di pizzichi di sale e 50 g. di farina (integrale, di grano saraceno, di miglio..), unisco qualche erbetta tritata (il rosmarino del balcone). Impasto brevemente schiacciando con le nocche l'impasto, arrotolando e rischiacciando di nuovo, giusto quanto basta per avere un panetto omogeneo. Divido in palline di circa 40 g., stendo con il mattarello all'altezza di mezzo centimetro e le metto a riposare su un piano infarinato per un oretta.
Scaldo un padellino antiaderente (senza aggiungere olio o altri unti), e inizio a cuocere una pita alla volta. Scaldo bene il padellino su fiamma alta ma abbasso al minimo prima di metter la pita, continuo a rigirare il pane di frequente, quando vedo che accenna a gonfiarsi rialzo la fiamma...e vedrete la magia, come gonfiare un palloncino per la festa di compleanno. Riabbasso la fiamma per passare alla pita successiva.
Io in genere le riempio zeppe zeppe di insalata con qualche cremina. A volte, se l'impasto è stato troppo lavorato non si alzano (non so il perchè, se ne alzano 4 e una no, mistero) ma anche quelle basse spalmate di patè vegetale o hummus sono una favola.

giovedì 23 maggio 2013

Guacamole a modo mio

Rassicuro le vincitrici del contest sul fatto che i premi dovrebbero essere partiti ieri, così ci hanno assicurato. Mi spiace che sia passato oggettivamente un pò troppo tempo, ma l'importante credo sia che presto o tardi arrivi della farina di ottima qualità. Se ciò non accadesse nei prossimi giorni fatemi di nuovo sapere!
Dopo l'hummus, ho fatto una nuova scoperta scontata ma davvero piacevole, il guacamole! Mi ha sempre incuriosito ma non mi ero mai lanciata a prepararlo, è buonissimo! A me piacciono i sapori forti: cipolla cruda e peperoncino crudo abbondante, amo anche il succo di limone (meglio lime), quindi dovevo immaginare che mi sarebbe piaciuto molto. Ho fatto un pò di prove, lo mangio più che altro sul pane tostato, accompagno con delle verdure come un insalatona è il pasto è fatto, questa che posto è la mia ricetta diventata abituale.
Ho iniziato a consumare settimanalmente l'avocado (si accettano ricettine proposte nei commenti così da darmi qualche spunto per utilizzarlo con fantasia, grazie) dato che si tratta del 'grasso vegetale ' per eccellenza, importante apportatore di omega3, potassio e varie vitamine. Buono anche a pezzettini nelle insalate miste. Devo provare la crema di avocado e cioccolato, al più presto, e anche il frullato di avocado e latte. Trovo che da solo non sia saporitissimo, ma accompagna perfettamente molte ricette rendendole più 'cicciose', tanto per dare l'idea.


Ingredienti:
1 avocado maturo
succo di 1/2 limone scarso (o 1 lime)
3 cucchiai di cipolla rossa tritata
da 1/3 fino a 1/2 peperoncino piccante (tipo a scelta)
5-6 pomodorini pachino o ciliegino
2-3 pomodori secchi

Tritare la cipolla e mettere tre cucchiai di trito nella ciotola/piatto, aggiungere i pomodori freschi tagliati a piccoli dadini con il loro succo, aggiungere i pomodori secchi finemente tritati al coltello. Far riposare intanto che schiacciate l'avocado. Dividere l'avocado in due metà, nel senso verticale (se con le mani ruotate le due metà in senso opposto l'avocado si divide alla perfezione e il seme centrale si toglie con facilità). Prelevare tutta la polpa e schiacciare bene con una forchetta in una seconda ciotola aggiungendo il succo di limone. Aggiungere a questa crema di avocado gli ingredienti messi da parte. Tritare finemente il peperoncino voluto e aggiungere.
Conservare in frigor, contenitore ben chiuso, anche per 2 o 3 giorni. Inutile dire che le tortilla chips di mais sono l'ideale!


sabato 18 maggio 2013

Latte di mandorle, pasta con pomodorini e okara

Ragazze (anche ragazzi ma solitamente ragazze!) scusate le lunghe assenze ma è un periodo in cui ho perso completamente la facoltà di governare il mio tempo, mi sembra di correre sempre! Il mio ottimismo, che già di norma non è molto spiccato, penso sia andato a farsi una lunga vacanza.
In realtà la mia mente è fervida come sempre, ho mille cose che vorrei leggere. diverse da studiare, tanti cibi da sperimentare, è trovare il modo di inserire questi progettini all'interno delle giornate e delle settimane che ultimamente mi riesce difficile. La mia pasta madre si è arresa al rinfresco settimanale e al suo unico scopo di servirmi per la solita pizza o una pita fatta in padella con gli avanzi del rinfresco (che comunque viene in modo eccellente e che una delle prossime volte posterò). Eh si, in questo periodo nella casa della carotina si arranca, ma si sopravvive.
La settimana in cui ero bloccata per tonsillite ne ho approfittato per provare a fare il latte di mandorla in casa, non è venuto male: aveva il colore e la densità tipica del latte, un sapore leggermente dolce, gradevole. Ma vi dirò la verità, proverò a farlo di nuovo aggiungendo qualcosa, perchè non aveva l'aroma bello deciso che ha il latte di mandorla confezionato. Il pregio è che essendo molto delicato è l'ideale per ricette salate: una besciamella vegetale, una crema di verdura, ...Il procedimento è velocissimo, frullare mandorle e acqua e poi filtrare il composto ottenuto, nella garza/tovagliolo di cotone che avrete usato per filtrare il latte vi resterà l'okara, cioè in questo caso polpa di mandorle. L'ho usato per dare cremosità ad una semplice pasta ai pomodorini e il risultato è stato fantasticamente vicino ad una pasta con la ricotta, davvero da provare!


Ingredienti:
100 g. di mandorle con pelle
600 ml di acqua
per la pasta, per due persone...
200 g. di pomodorini, più o meno
200 g. di farfalle integrali
1 spicchio d'aglio (per me due)
sale, pepe, olio evo
l'okara che vi resta dalla preparazione del latte

Per il latte di mandorle, dosi e procedimento, ho seguito le indicazioni di Cristina. La sera mettere in ammollo le mandorle in acqua fredda così da poterle spellare facilmente la mattina seguente, l'operazione dovrebbe essere facilissima ( io avevo in casa un pacchettino di mandorle spellate da 100 g. e ho 'barato' ma le mandorle con la pelle hanno più sapore).
Mettere le mandorle spellate in recipiente alto, aggiungere 600 ml di acqua e frullare con il minipimer, fino ad ottenere un latte bianchissimo. Filtrare con una garza o un fazzoletto di cotone lavato senza ammorbidente, che non sappia di detersivi (per lavarlo va semplicemente fatto bollire un pochino in acqua, magari con del bicarbonato) appoggiato sul colino. Mescolare delicatamente con un cucchiaino e far colare tutto il latte, nel fazzoletto devono rimanere solo le mandorle tritate.
Lo scarto delle mandorle lo potete usare in molti modi: come un veg parmigiano, spalmato sul pane condito con olio, sale e erbette..io ho provato a condirci la pasta.
Buttare la pasta in acqua bollente. Far scaldare un paio di cucchiai di olio evo in padella con l'aglio finemente tritato. Dopo un minuti aggiungere i pomodorini tagliati a metà. Appena prima di scolare la pasta aggiungere la pomodoro l'okara condito con sale e pepe, Mescolare alla pasta e servire.



giovedì 9 maggio 2013

Hummus di ceci

La settimana è un pò dedicata alle cremine mettere sui crostini! Ho già fatto diverse volte creme di fagioli o ceci con aggiunta di cipolla o aglio e l'immancabile limone, regolando la densità le ho usate come patè o come pesto/crema per la pasta. Meglio tardi che mai ho scoperto che quella di ceci, con aggiunta di thain e aglio abbondante è l'hummus...sentito nominare spesso, ma non avevo mai approfondito.
Buonissimo! Mi chiedo come mai non l'avessi provato prima, dovevo diventare una "quasi vegana" (sottolineo il quasi per onestà perchè non ho veganizzato i cani e ho in casa delle merendine per la colazione non veg, nonchè un compagno onnivoro) per mettere nel carrello alimenti e ingredienti nuovi come la tahin.
La thaina, o burro di sesamo, è una pasta fluida ottenuta da leggera tostatura a poi macinazione dei semi di sesamo, che sono ricchissimi di calcio, infatti questa salsa è un'ottima fonte alternativa di calcio (migliore dei latticini che apportano calcio ma nel frattempo ne sottraggono) possiede un  retrogusto amaragnolo tipico del seme di sesamo integrale, che a me piace e che fa inorridire il mio compagno (gustibus..), io me la sto mangiando volentieri anche sul pane con la marmellata per la colazione, ovvio che si presta a rendere gustose e particolari infinite ricette dolci e salate.



Ingredienti:
300 g. di ceci già lessati
1 piccolo limone spremuto
1 spicchio d'aglio (o 2 se piccoli)
2 cucchiai colmi di thaina
sale e pepe
olio evo, peperoncino, prezzemolo
(facoltativi per guarnire la ciotola di portata)

Si tratta di unire tutti gli ingredienti nel frullatore o di frullare con mixer ad immersione, dovrete usare dell'acqua (quella tiepida recuperata dalla cottura dei ceci) per aiutarvi a frullare il tutto e rendere la salsa bella cremosa; io ne ho usati diversi cucchiai.

martedì 7 maggio 2013

Patè di lenticchie rosse, basilico e frutta secca

Quando non so come cucinarmi i legumi mi faccio delle belle cremine da spalmare dove mi pare, i legumi sono la mia principale fonte proteica e io li mangiavo volentieri già da piccolina. Cambiare la mia dispensa è stato un gioco da ragazzi. Ho due grosse scatole di latta, una per i legumi e una per i cereali. La mia dispensa proteica è sempre ben fornita di: ceci secchi, fagioli borlotti secchi e un secondo tipo variabile di fagiolo, lenticchie classiche che richiedono ammollo, lenticchie rosse per quando voglio fare qualcosa di veloce e non ho calcolato l'ammollo, in pratica ho sempre 5 tipi di legumi fissi in dispensa, chiamiamoli quelli 'base' e ogni giorno della settimana ne è previsto uno diverso...sono organizzata io! Maniacale?! No, sulla base dei miei studi, non credo!
Pensare che fino a circa tre mesi nello stesso armadietto stazionava solo qualche latta di legumi in scatola, c'erano sempre, ma in confronto ad ora erano davvero due tristi latte. Adesso quelli in latta non li acquisto più per diverse ragioni, le sostanze non salutari presenti nei liquidi di conservazione, la perdita di principi nutritivi molto più elevata rispetto ai legumi secchi trattati in casa, il fatto che sotto sotto di quello che inscatola l'industria è meglio  non fidarsi e i legumi secchi hanno più 'trasparenza' (meglio se bio, ma io non compro tutto bio, solo ogni tanto per variare).
Cuocere i legumi non ruba poi molto tempo, il mio trucco è cucinarli in un momento della giornata in cui sono ferma in casa per un'ora abbondante: se stiro e faccio le pulizie, la sera se sono incollata alla tv...è solo questione di organizzazione.
Questo patè di lenticchie è veloce e buonissimo, una libera interpretazione ancora dal libro 'La dieta di Eva'. La base sono le lenticchie rosse, il colore è proprio quello marroncino classico perchè ho aggiunto qualche noce e del basilico fresco e ovviamente il composto non è rimasto arancione....ma che buono!


Ingredienti:
1 bicchiere scarso di lenticchie rosse decorticate
1/2 cipolla dorata
1 piccola carota
1 piccolo spicchio d'aglio
2 manciate di mandorle
1 piccola manciata di noci
4 ciuffi di basilico fresco
1 cucchiaino di aceto di mele
2-3 cucchiai di olio evo
brodo vegetale, sale, pepe qb

Tritare cipolla, aglio e carota e soffriggere in un filo d'olio, dopo pochi minuti aggiungere le lenticchie. Portare a cottura versando un mestolo di brodo vegetale alla volta fino ad assorbimento, come un risotto, però usare il coperchio per limitare la necessità di liquidi. Il tempo di cottura è di circa 15-20 minuti.
In un recipiente alto versare una parte di lenticchie, la frutta secca grossolanamente tritata al coltello, i ciuffi di basilico, le restanti lenticchie e l'aceto (l'aceto non eliminatelo, dona una nota particolare). Frullare brevemente con il minipimer aiutandosi con un filo d'olio evo. Ottenere un composto abbastanza omogeneo e far riposare in frigor per compattarsi ulteriormente.

lunedì 6 maggio 2013

Riso rosso con fragole, asparagi, piselli e fave

Ma si è mai vista una primavera così grigia, piovosa e freddina?! Nella stessa spesa di sabato ho preso un preparato per zuppa e un sacco di ingredienti da mangiare freschi...Ieri ho fatto un pane favoloso ma mi sono rifiutata di fotografarlo, con tutto il grigio che c'era la foto sarebbe sembrata terribile, così ho deciso di rifarlo la prossima settimana sperando ad un pò di sole in più...qui un paio di giorni di sole li paghiamo con altrettanti di grigio e pioggia...che noia...beati i cani che passano le giornate spaparanzati a dormire, non si degnano nemmeno di sprecare il tempo a trascinarsi fino al balcone, anche loro adorano uscire sotto il sole.
In ogni caso vi lascio un piattino bello colorato, tutto di ingredienti primaverili, non è tanto bello?! Si mangia prima con gli occhi, come dice Valentine nel suo post e mette tanta allegria. Quando l'ho visto simile qui, mi è sembrato così grazioso che l'ho fatto subito, personalizzandolo un pò. L'aceto balsamico è ideale per legare tutti gli ingredienti e sottolineare l'agrodolce dato dall'accostamento dell'asparago amarognolo e della fragola più dolce. Peccato non trovare qui intorno posto dove raccogliere asparagi selvatici, peccato non avere un bell'orto in cui cogliere i piselli e le fragole, immagino che i sapori di questo piatto sarebbero eccezionali! Io sul balcone ho solo pomodorini e erbe aromatiche e con questo tempo, i primi, stentano a crescere.
Va bene, smetto di lamentarmi del tempo e auguro a tutti una buona settimana!


Ingredienti:
2 tazzine di riso rosso
1 pugnetto di piselli freschi sgranati
1 pugnetto di fave fresche sgranate
8 asparagi sottili 
5-6 fragole
Aceto balsamico Monari Ferdenzoni
olio evo, sale, pepe qb
per 1 o 2 persone

In un pentolino con acqua bollente e leggermente salata buttare il riso rosso, quando mancano 8-6 minuti alla cottura del riso aggiungere i piselli sgranati e solo i gambi degli asparagi tagliati a cubetti in modo da sbollentare le verdure per pochi minuti.
In un pentolino a parte sbollentare le fave per una decina di minuti, scolare e eliminare la buccia esterna (me ne sono scappate un paio come si nota dalla foto, si possono mangiare, ma sono più tenere senza).
Pulire le fragole e tagliare a cubetti. La punta degli asparagi e la parte più sottile del gambo la potete tagliare a listarelle sottili senza cuocerla.
Scolare il riso, unire il resto degli ortaggi e condire con olio evo, aceto balsamico, pepe e un pizzico di sale se serve.



Con questa ricetta partecipo al Vegetal Monday organizzato dalla Cucina ella Capra


sabato 4 maggio 2013

Bastoncini di amido di seitan con verdure

Vi avevo parlato del recupero dell'amido di seitan un secolo fa, e poi ho fatto la blog-eremita isolandomi dalla mia blog-sfera, non sono sparita dalla circolazione, è solo uno di quei periodi: il cambio stagione, il bisogno di dormire un pò di più, i ritmi di lavoro che diventano più intensi, le incombenze domestiche e di vita quotidiana in generale, le esigenze di dieta semplice/veloce, e poi una bella tonsillite e il blog che intanto inesorabilmente cade tra le ultime priorità!
Ho scoperto un vero rimedio naturale contro la stanchezza primaverile, ci sono persone (tra cui me) che in primavera sentono il bisogno di rilassarsi, rallentare, e se non è possibile i ritmi quotidiani si traducono in un senso constante di stanchezza...beh questo rimedio è l'avocado, credo per la concentrazione di potassio, molto maggiore che nella banana. Prossimamente vi posterò il mio guacamole.
Questo piatto non è bellissimo, i gnocchetti non hanno la bella forma che avrei voluto, il piatto decorato in blu non sta bene con il verde e marrone della pietanza, mi sono accorta a foto fatta, ma potrebbe passare un secolo prima che io mi faccia ancora il seitan in casa (alimento che non compro e non mangio quasi mai) e quindi ve li posto...Io mi sono ispirata a questo bellissimo piatto e l'idea è geniale e gustosa. Vengono dei gnocchetti dal sapore e consistenza molto simili a gnocchi di riso cinesi, saltati con le verdure sono buonissimi!
Il procedimento è facile, basta avere una pentola molto capiente (o una grossa ciotola) per tenere l'acqua dei primi tre lavaggi del seitan, dimenticarla per parecchie ore in modo che l'amido si depositi sul fondo, eliminare l'acqua in superficie e versare l'amido in una teglia unta da passare in forno...successivamente si ritagliano i gnocchetti e si saltano con il condimento preferito.


Ingredienti:
1 piccola teglia di amido di seitan
un mazzetto di spinaci freschi
100 g. di funghi freschi
4 pomodori secchi
1 piccola cipolla 
brodo di seitan qb (o brodo vegetale)
1 cucchiaio di salsa di soia
olio evo qb

Raccogliere in recipiente abbastanza grande l'acqua dei primi tre/quattro lavaggi del sietan: impastare il seitan con acqua a che lo copre a filo, appena quanto basta per immergerlo quasi completamente, e impastare delicatamente a lungo, in modo che l'acqua divenga bianchissima.
Lasciare quest'acqua a riposo per molte ore (io l'intera notte) così l'amido si deposita sul fondo e basterà versare l'acqua che lo copre per isolarlo. 
Ungere una teglia con poco olio evo e versare tutto l'amido. A seconda dell'altezza della teglia cambierà il tempo di cottura dell'amido e anche la forma finale che potrete dare ai vostri gnocchetti. Io ho versato in teglia capiente all'altezza di circa 1 cm scarso, sono bastati 10 minuti abbondanti a 180°, appena si formano delle piccole crepe sulla superficie dell'amido potete sfornare, se l'amido è più alto ci vorranno fino a 20 minuti di forno.
Fate intiepidire e tagliate nella forma voluta, io a bastoncini, altrimenti a fettine sottili. tenere da parte e preparare le verdure. Pulire e tagliare a striscioline gli spinaci, affettare i funghi puliti, bagnare i pomodori secchi con poco brodo e poi tagliare a striscioline. In una padella con poco olio far soffriggere la cipolla tritata, unire le restanti verdure e portare a cottura con poco brodo, verso la fine unire i gnocchetti di amido e saltare con il condimento e poca salsa di soia per un paio di minuti.

Buon fine settimana!

giovedì 2 maggio 2013

Mini burger di lenticchie noci e avena, di Eva

Di polpette o hamburger di lenticchie sarò al quarto esperimento, quando le cose che io penso di aver ben progettato non mi vengono mi innervosisco e ho scoperto di intestardirmi non poco, così mi sono fissata a provare tutte le ricette di polpette di lenticchie mi capitassero a tiro.  Finalmente è arrivata Eva, ho trovato una ricetta che di colpo è entrata nella mia top ten delle ricette vegane, finalmente una polpetta vegetale dalla consistenza e sapore perfetti (almeno per i miei modesti gusti). La preparazione è semplice, la cottura veloce, richiedono giusto un filo d'olio,  rimangono compatte, dorate fuori, ma morbide all'interno come è l'impasto prima della cottura.  La forma ideale è di mini burger, così ci vogliono pochi minuti per riscaldarle all'interno e dorarle all'esterno e sono facili da girare. La cottura serve solo a riscaldare e dorare bene all'esterno, la consistenza rimane tale e quale, e sottolineo che lo trovo un pregio. Le ho rifatte parecchie volte e le adoro dentro ad un pane da arrotolare (come tortilla, pita, piadina) insieme a tante verdure e un velo di senape.
Il ricettario che mi ha salvato del tunnel delle polpette di lenticchie è molto più che un semplice ricettario, è il libro 'La dieta di Eva' di Alda Vittoria Eltanin. Un libro che tratta di alimentazione, nutrizione (cose apparentemente noiose) ma con un linguaggio chiaro, ironico e accattivante che rende ogni paragrafo scorrevole come fosse un libro di narrativa. Le argomentazioni esposte sono aria fresca per la mente che inizierà a vedere l'alimentazione umana sotto un nuovo punto di vista. La riflessione cardine è che la nostra antenata Eva ha perso il privilegio dell'Eden, ha perso tutto, per cogliere una mela, un semplice frutto (non certo una costoletta di maiale ma nemmeno un bel piatto di cereali o legumi), il paradiso dell'Eden non era ne una fattoria ne un granaio, ma lo possiamo facilmente immaginare come un grande frutteto tropicale. Il passaggio a dire che la frutta dovrebbe essere la base della nostra alimentazione sembra un volo pindarico, ma capitolo per capitolo la scrittrice accompagna verso questo tipo di considerazione, riflettendo sui nostri antenati, su considerazioni mediche, ambientali ed etiche, sul fatto che l'industria alimentare e quella farmaceutica hanno costruito un impero economico sulla nostra salute e sulla pelle di innocenti animali portando avanti dei falsi miti alimentari da scardinare. Una lettura che trasmette un senso di liberazione, dall'idea di dover mangiare prodotti animali per stare bene, dall'idea che per un vegano sia necessario consumare seitan o tofu, dall'idea che si debbano davvero avere fornello o pentole in cucina..si, un pò radicale..ma Eva stessa (la Eva immaginaria del libro) non rinuncia a una polpetta di legumi, ad un'insalata o un bel sugo di verdure, ma sottolinea l'importanza di conoscere i motivi del crudismo o della scelta fruttariana  e di prenderne esempio per rendere il proprio modo di mangiare più frugale, meno elaborato, più vicino alla natura e guadagnare in salute.


Ingredienti:
200 g. di lenticchie già cotte, più una manciata facoltativa
1 mezza manciata di fiocchi d'avena, più pochi per decorazione
50 g. di gherigli di noce spezzettati
1 cucchiaio di aceto di mele
1/2 piccola cipolla
olio evo, sale qb

Mescolare le lenticchie già cotte (io preferisco stufarle nel wok insieme a poca carota tritata, alloro e rosmarino, aggiungendo il brodo poco per volta fino a portarle a cottura) con l'aceto, lasciar riposare.
Tritare la cipolla e soffriggere con un filo d'olio, dopo poco aggiungere le noci e le lenticchie, far insaporire qualche istante.
Spostare tutto in un recipiente alto, aggiungere l'avena, e frullare con il minipimer: dovrete ottenere un composto legato anche se grossolanamente tritato (io ci aggiungo una manciata di lenticchie intere tenute da parte). Far riposare in frigor una mezz'ora.
Riprendere l'impasto e formare delle polpette grandi come il palmo della mano, appiattire leggermente passando i lati in pochi fiocchi di avena. Passare in un filo d'olio ben caldo in modo da dorare bene entrambi i lati. Quando le girate, dopo il primo paio di minuti, agire molto delicatamente perchè saranno molto morbide. Far intiepidire qualche istante prima di spostare nel piatto.



mercoledì 1 maggio 2013

Super pagnotta bianca, o pane cafone

Se qualcuno se lo è chiesto, la mia madre sta benissimo. Il contest mi ha dato la giusta carica per occuparmene perfettamente, leggendo tutti i vostri post ho imparato moltissimo. Forse la cosa più importante che ho imparato è stata avere pazienza per il primo mese e non esigere subito risultati perfetti, adesso però me ne dà di magnifici e la mia preoccupazione primaria è calcolare bene i tempi di lievitazione perchè a volte gli impasti lievitano esageratamente! Un impasto semplice come quello che sto postando lievita lentamente per le prime tre o quattro ore, ma dopo le seconde pieghe di rinforzo inizia a lievitare velocemente e sembra scoppiare, e in forno continua!
Ormai è passata la trepidazione che caratterizzava l'inizio della nostra relazione e siamo passati ad una sicura calma in cui la dò molto per scontata e lei, fedelissima, non mi delude mai. Ho perso un pò dei riguardi da corteggiatrice tipici degli inizi: spesso rinfresco con semplice acqua del lavandino, cambio le farine di rinfresco se non ho in casa la solita tipo 0 bio (e quindi farina integrale, Manitoba non bio) ma lei è più forte e bella che mai, non troppo acida e nemmeno poco vitale. Gli unici impegni fissi sono il rinfresco settimanale e il cambio di vaso (o lavaggio dello stesso) una volta al mese. E tutto fila che è una meraviglia, una volta che è viva e forte, mantenerla non è così difficile. Nelle ultime settimane, con il tempo che tende a sfuggirmi, ho fatto solo un paio di pizze e ho provato diverse volte la ricetta di questo favoloso pane bianco. Ricetta del pane cafone presa dal libro di Antonella Scialdone. Una pagnotta semplice ma che da grande soddisfazione. Ideale come pane da colazione con marmellata e un velo di thain, perfetto da abbrustolire per fare le bruschette e comunque ideale per accompagnare un secondo insieme da una bella insalata...


Ingredienti:
420 farina tipo 0 bio
180 farina tipo Manitoba
200 pasta madre rinfrescata da 4 ore
420 ml di acqua tiepida
7 g. di malto (io semplice zucchero)
14 g. di sale

Sciogliere la pasta madre nell'acqua tiepida, quando è completamente liquida aggiungere zucchero, farina e sale (in quest'ordine) e iniziare a lavorare, è necessaria un piano di lavoro infarinato per poter lavorare energicamente l'impasto stirando e piegando più e più volte. lavorare per 15 minuti e così dovrebbe presentarsi liscio.
Lasciar lievitare la palla in ciotola coperta con pellicola o canovaccio e lontano da correnti d'aria per 2 o 3 ore. Sgonfiare l'impasto formando un rettangolo e piegarne i lati verso l'interno, uno sopra l'altro, mettere a riposare per un ora o poco più e ripetere l'operazione di piegatura.
Arrotondare bene la pagnotta e mettere a lievitare in un cestino o ciotola profonda, all'interno di un tovagliolo di tela ben infarinato con i 4 angoli chiusi con elastico, come per fare un saccotto in cui lascerete lo spazio alla pagnotta per crescere mantenendo la forma tonda. Lasciar lievitare per 3 o 4 ore, comunque fino quasi al raddoppio (io l'ho infornata quando il tovagliolo sembrava scoppiare).
Capovolgere sulla teglia protetta da carta forno, cuocere  con un pò di vapore, piccola teglia con due dita di acqua sotto alla pagnotta, prima a  240° per 10 minuti, poi a 200° per 30 minuti e poi lasciare in forno spento semi aperto 10 minuti prima di sfornare a far raffreddare su una griglia del forno.


Buona festa del lavoro a tutti, anche se la sottoscritta è segregata in casa con forte tonsillite, che noooiaaaa....