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domenica 17 novembre 2013

'Cioccolata' fruttariana

Ho scoperto di recente un prodotto molto interessante, la carrube. Il frutto, il cui aspetto esteriore sembra non promettere molto, è buono e piacevole da sgranocchiare come spuntino spezzafame. Mi aspettavo qualcosa di duro e immasticabile invece all'interno è morbido e dolce. Insomma, non è adatto solo per i cavalli! Inoltre ho piacevolmente fatto conoscenza della farina di carrube (per il momento ho comprato e sperimentato la farina di polpa di carrube, so dell'esistenza anche di un secondo tipo di farina di carrube, quella ricavata dai semi del frutto che non ho ancora sperimentato), questa farina si utilizza in cucina soprattutto come sostituto del cacao in ricette dolci, i suoi pregi sono: un sapore che ricorda il cacao, l'assenza di colesterolo, grassi, caffeina, sostanze stimolanti, la ricchezza di calcio, ferro e vitamine. Ho provato a farmi una semplice tortina alle pere, farina integrale e carrube ed è venuta davvero buonissima! Un ingrediente che vale proprio la pena avere in dispensa.
Una delle mie recenti 'conquiste' in termini di sane abitudini alimentari è la colazione di frutta, sono indipendente da latte di soia, biscotti confezionati, fette biscottate con olio vegetale, marmellate piene di zucchero raffinato. In questo periodo vado matta per i cachi (che da piccola non mi piacevano ma che da vegana ho provato a riavvicinare con successo), ho letto che sono diuretici, ricchi di vitamina C, altamente proteici e molto energetici...mi sono sembrati ideali, soprattutto come colazione prima di andare la lavoro, così mi son detta, aspetta aspetta che provo ad assaggiarli...ecco, ora ho un nuovo motivo per aprezzare i frutti dell'autunno (dopo la zucca, le castagne, le clementine). Se sono ben sodi mi piacciono interi, altrimenti li preferisco frullati (e a chi non piace la consistenza gelatinosa consiglio proprio di dare ai cachi una seconda possibilità sotto forma di frappè con un pochino di latte vegetale e qualche dattero, una goduria).
Quando, cazzeggiando per faccialibro, sono incappata nel link della finta ciccolata fruttariana a base di datteri, cachi e carrube mi si sono illuminati gli occhi e per un attimo mi sono immedesimata in uno dei cani di Pavlov. Me la sono fatta diverse volte, come colazione o come pranzo veloce, davvero da provare!
Questo è il link al canale di Youtube dove ho torvato la ricetta, Cucina Bioevolutiva.

 

Ingredienti:
per due belle tazze
2 cachi
4 datteri freschi o 6 datteri disidratati la naturale
 (i datteri servono per dolcificare al posto dello zucchero, se volete ne potete mettere qualcuno in più)
35/40 g. di farina di polpa di carrube

Frullare il tutto fino da ottenere un composto omogeneo, io non ho il frullatore e ho messo il tutto in un bicchiere alto e frullato con mixer da immersione, anche così riesce perfettamente.
Lasciata qualche ora in frigor si rassoda leggermente e diventa quasi una mousse da mangiare con il cucchiaio.

domenica 27 ottobre 2013

Gnocchi di tofu con ragù bianco

Ultimamente non cucino spesso cose nuove e non vado più tanto alla ricerca di ricette, ci sono i periodi in cui le mie parole d'ordine sono collaudato pratico e sbrigativo, tanto crudo e frutta. Uno dei miei pasti preferiti in questo periodo è frappè di cachi in cui affondare pezzettini di banana e mela. Ma almeno la domenica qualcosina metto in piedi, come i gnocchi fatti in casa (anche per ricambiare la pazienza che il mio compagno dimostra nel corso della settimana lavorativa).
Ho scoperto di recente il blog Mamma Veg e mi è piaciuto a prima vista, sono incappata in questo bel blog proprio inseguendo la ricetta dei gnocchi tofu e orzo, l'uso del tofu frullato mi sembrava giusto la novità che stavo cercando (dopo il periodo gnocchetti all'acqua e poi il periodo gnocchi di farina di ceci mi serviva un'idea nuova). La farina d'orzo la compro per la prima volta in loro onore e non me ne pento!
Ormai ho provato il ragù diverse volte e il mio preferito rimane quello con i fiocchi di soia, soprattutto ora che ho trovato un trucchetto che lo rende spettacolarmente buono: non reidratare la soia. Grazie alla frequentazione di gruppi su facebook ho scoperto che molti per fare ragù o spezzatini non reidratano la soia in precedenza, ma la usano direttamente nel soffritto, sfumano la soia secca con il vino e poi aggiungono brodo e/o passata di pomodoro a seconda delle ricette. Si tratta davvero di un trucco prezioso, ho già provato a fare così sia lo spezzatino che il ragù e la soia non è mai stata così buona!



Ingredienti:
200 g. di tofu al naturale
100 g. di farina, orzo integrale
50 ml di acqua
6 cucchiaini di lievito alimentare in scaglie
sale
curcuma, 1 pizzico

per il ragù
2 carote
2 gambi di sedano
1 cipolla rossa
1 spicchio d'aglio
alloro, salvia
1/2 bicchiere di vino rosso
60 g. di soia disidratata in fiocchi
2 bicchieri di brodo vegetale
lievito alimentare, olio evo qb

Per il ragù tritare molto finemente le verdure, soffriggere in olio evo qualche minuto aggiungendo un paio di foglie di alloro e salvia tritata, appena le verdure stanno per abbrustolirsi aggiungere la soia secca e sfumare con il vino a fuoco vivo. Appena evaporato il vino, aggiungere il brodo, abbassare il fuoco, e far andare lentamente fino a completo assorbimento del brodo.
Per i gnocchi frullare il tofu con acqua, sale, un pizzico di curcuma per dare colore e il lievito alimentare fino ad ottenere una crema omogenea. Aggiungere la farina, impastare (si ottiene un composto morbido) su un piano infarinato formare i classici salsicciotti di impasto e tagliare. Intanto mettere l'acqua leggermente salata sul fuoco, appena bolle buttare i gnocchi e scolare appena vengono a galla.
Buttare insieme al ragù e saltare con l'aggiunta di uno o due cucchiai di lievito alimentare in scaglie.

domenica 6 ottobre 2013

Finta carbonara vegan, con tofu affumicato e porro

E qui si potrebbe aprire una piccola polemica. Ultimamente frequento con vivo interesse alcuni gruppi vegan su Facebook, è molto arricchente scambiarsi consigli, leggere le esperienze altrui in termini di sperimentazioni culinarie riuscite o meno, prodotti validi o meno...però un aspetto mi rattrista, la vena polemica che spesso serpeggia tra i commenti, un'atteggiamento a volte un pò aggressivo, da parte di persone che la logica vorrebbe sensibili ai temi della tolleranza, del rispetto della diversità, del vivi e lascia vivere. Una delle polemiche più fervide in cui mi è capitato di incappare (da curiosona mi son letta i commenti per capire cos'era che creava tanta divisione, ma non ho contribuito perchè la causa non mi sembrava valesse tutta quella discussione) è tra chi utilizza volentieri prodotti 'finti' (la finta mortadella, il finto tonno, il finto formaggio e via dicendo) e chi si oppone a questi prodotti. Ora, io condividevo alcuni pensieri di entrambe le parti. Chi li osteggia capita che pensi questa cosa: se noi vegani, testimoni di una rivoluzione culturale da diffondere nel mondo, continuiamo a ricorrere a questi prodotti e lo evidenziamo anche pubblicamente, facciamo pensare agli onnivori che siamo dei poveretti sempre alla ricerca di surrogati dei cibi che ci mancano perchè le cose vegan non sono soddisfacenti, dei martiri insoddisfatti insomma. Sottolineo che non è così, le ricette e gli ingredienti della cucina vegan hanno tantissimo da dire e ci sono chef vegani e perfino vegani-crudisti che fanno cose spettacolari.
Poi c'è chi magari va alla ricerca di un sapore, di una forma del cibo, simile a qualcosa che era radicato nelle abitudini passate per soddisfare più che altro un bisogno psicologico legato al cibo, la voglia di mangiare qualcosa che evoca sensazioni, ricordi, odori del proprio passato. Non ci trovo nulla di male, è umano, è utile per chi fa più fatica a cambiare del tutto le proprie abitudini e con questi prodotti riesce comunque a mangiare vegan. Non tutte le persone sono uguali, sono diversi i gusti, i valori, le opinioni, la personalità, la determinazione delle persone e tenendo a mente questo perchè fare polemiche, va bene un pacato scambio di prospettive ma vere e proprie liti no.
Io personalmente non sono mai stata attratta da finti affettati e cose del genere, mentre facevo la spesa e stavo mettendo nel cestino gli ingredienti per questa pasta ho contemplato per un attimo i finti wurstel, ma poi ho preferito il tofu affumicato. Ma come devo chiamare questo piatto: pasta cremosa al gusto affumicato con tofu e porro e una salsa che è una specie di besciamella ma è diversa e con farina di ceci e quella giusta cicciosità e ruvidezza che sembra, ah no, non lo posso dire....Non ci trovo proprio nulla di male a dire che questa pasta ricorda un bel piattone di carbonara e che lascia esattamente la stessa soddisfazione, sono l'aroma di affumicato e la consistenza della salsa a renderla eccezionale, parola di compagno onnivoro.
Che la si chiami finta carbonara, che la si chiami pasta cremosa al gusto affumicato, una cosa sola è la più importante, nessun animale è stato sacrificato o sfruttato, l'importante è dire al mondo che mangiare senza crudeltà e facile e soddisfacente.


Ingredienti:
240 g. di linguine integrali
150 g. di tofu affumicato
1 piccolo porro
1 bicchiere di latte di soia
1 cucchiaio di farina di ceci
1 cucchiaio raso di maizena
sale, pepe nero e curcuma
olio evo

In un bicchiere mescolare il latte a freddo con maizena, farina di ceci, sale, pepe e una punta curcuma, mescolare  a lungo fino a sciogliere tutto e far riposare. Mettere sul fuoco l'acqua per la pasta. Pulire il porro, tagliarlo in sottili striscette per il lungo e poi tritare in piccoli quadratini, non so se mi sono spiegata comunque l'importante è tritarlo finemente. Far rosolare il porro in padella con un filo d'olio, intanto buttare le linguine in acqua bollente. 
Appena il porro è bello morbido aggiungere il tofu a dadini, dopo un paio di minuti versare in padella anche il composto che avete preparato nel bicchiere, mescolare con cucchiaio di legno a fuoco basso per un paio di minuti, quanto basta che si addensi come una besciamella, aggiungere un cucchiaio di olio evo, mescolare e spegnere.
Scolare la pasta e mescolare con il condimento in padella.

lunedì 23 settembre 2013

Prima torta di mele vegan (senza grassi, davvero buona)

Ogni tanto mi capita che mi venga in mente qualcosa che ho sempre mangiato e mi accorgo di non aver mai pensato prima alla versione vegan, adesso che si inizia volentieri da accendere il forno, soprattutto alla mattina, mi sono ricordata della torta di mele, un classico che in autunno e inverno ho sempre fatto spesso (usando una ricetta della mamma con un uovo e senza grassi). La semplice torta di mele è una cosa davvero facile da veganizzare perchè siamo in uno di quei casi in cui l'aggiunta delle uova è semplicemente superflua, si possono benissimo eliminare a basta, senza andare alla ricerca di grandi sostituzioni. Le mele abbondanti rendono la torta morbida e piacevole in ogni caso, basta aggiungere la quantità giusta di pastella equilibrando bene farina e liquidi sopra le mele e il gioco è fatto! La torta di mele mi piace semplice, una spolverata di zucchero prima di infornare e qualche pizzico di spezie, niente di che (le versioni con mascarpone, quelle burrose, quelle con il cioccolato non le ho mai preferite ad una torta di mele delle più semplici).
Per essere sicura di non sbagliarmi sulle dosi ho fatto riferimento alla ricetta di Cesca che trovare qui. Mi ricordavo di aver visto sul suo bel blog la foto di una torta di mele dall'aspetto identico a quella che mi facevo spesso io e inoltre mi ricordavo che, come nella mia, non c'erano grassi e in più usava la farina integrale. Il mio zampino, farina di farro, un pò di sciroppo di agave, qualche uvetta...ma comunque la ricetta è la sua.
Assolutamente da provare, perfetta per una colazione speciale ma senza grandi pretese, una torta che fa tanto momento di perfetta serenità nella vostra casetta. Per me è un dolcetto domenicale (dato che i sabati liberi dal lavoro per il momento sono un lontano ricordo), per la colazione della mattina o il pomeriggio, in quei momenti in cui non ci sono orari, non si deve correre, si può decidere di mangiare a qualsiasi ora del giorno e perdere tempo nel modo che si preferisce, aggiungere il dolcetto è il massimo! Bene, prossimi sei giorni lavorativi a noi!


Ingredienti:
200 g. di farina integrale di farro
60 g. di zucchero di canna grezzo
3 cucchiai di sciroppo di agave
1 bustina di lievito vanigliato
pizzico di sale
2 manciate di uva passa
2 mele golden
3/4 circa di bicchiere di latte di soia
1/2 cucchiaino di cannella e 1/2 cucchiaino di zenzero (facoltativi)
scorza di limone bio
ho adattato le dosi per lo stampo piccolo, 18 cm diametro

Ammollare l'uvetta passa. Mescolare farina, zucchero, lievito, sale, spezie, scorza di limone. Tagliare le mele a dadini, strizzare le uvette e mescolare entrambe le cose con gli ingredienti secchi.
Aggiungere lo sciroppo e il latte un pò per volta mentre mescolate l'impasto con il cucchiaio di legno, valutate la momento quanto latte vi serve (io ho usato la quantità che vi ho indicato che potrebbe dipendere un pò dal tipo di farina usata). Dovete ottenere una pastella abbastanza morbida da avvolgere facilmente i pezzettini di mela ma non liquida, come uno yogurt molto denso.
Ungere con olio di semi lo stampo, versare l'impasto. Spolverare la superficie con poco zucchero di canna e cannella. Infornare.
Inofonare a 200°, con lo sytampo da 18 sono bastati 25 minuti di cottura.

venerdì 20 settembre 2013

Fantastici gnocchettini di ceci e farro

Buoni, buoni e buoni! Volete sapere dov'è finito il raw pesto di zucchine, in realtà in un piatto che nel complesso di raw ha davvero poco, dei fantastici gnocchetti ai ceci. L'aggettivo fantastici ci sta proprio, anche nel titolo del post, perchè sono davvero tra i più buoni gnocchetti mai mangiati, sodi e morbidi al punto giusto e belli saporiti. Era già da un pò che mi chiedevo 'ma come verranno i gnocchetti all'acqua se ci metto un pò di farina di ceci', poi ho notato che qualcuno di bravo mi aveva già anticipato, qui da Giovanni trovate la sua versione. Io ho seguito la sua ricetta ma non volendo usare la farina bianca di grano ho usato la farina semintegrale di farro e quindi ho diminuito intendevo aumentato la quantità d'acqua e fortunatamente ci ho visto bene!
Domenica sono da rifare, pensavo con una bella crema di zucca, come quella che avevo usato qui (con la panna di soia o un pò di besciamella vegetale questa volta, of course!). Sono un pò malatina, ma sto rispulciando all'indietro tutto il blog per vedere quante ricette vegan ci sono nel mio archivio e per aggiungere delle annotazioni dove basta sostituire una panna con una panna di soia, un latte di mucca con un latte vegetale, solo dove sono certa che il risultato non cambierebbe di una piccola virgola (dove non sono certa del risultato o dove inevitabilmente sono protagonisti prodotti animali dovrò lasciare triste traccia del mio passato!).


Ingredienti per i gnocchetti:
320 ml di acqua
160 g. farina di ceci
80 g. di farina di farro semi integrale
sale
condimento
o il condimento che volete

Mettere l'acqua a bollire, appena bolle spostare dal fuoco e versare entrambe le farine mescolando subito e vigorosamente con un cucchiaione di legno. Spostare su un piano di lavoro leggermente infarinato e lasciare che intiepidisca (che non ustioni le mani quando la lavorate!). Appena è più tiepida dividere in palline da reimpastare un pò e formare i piccoli salsicciotti da cui tagliare i gnocchetti (i miei circa 1cm tutti i lati).
Ho lasciato i gnocchetti a riposare in un canovaccio infarinato mente ho preparato un veloce condimento e ho messo l'acqua a bollire. Buttare i gnocchetti in acqua bollente e scolare dopo un minutino che sono a galla.

martedì 17 settembre 2013

Pesto light con le zucchine crude

Mi sono messa a farlo per improvvisare velocemente  un condimento leggero per dei gnocchetti, ero lì, con i gnocchetti pronti e volevo fare il condimento senza trafficare troppo e senza sporcare mille cose da lavare. Devo dire che trovo la ricettina così meritevole da dedicargli il suo piccolo angolino di notorietà. L'idea l'ho presa da un commento di un'amica, in questo post, mi suggeriva di provare questo pesto molto fresco e light e devo dire di essere contentissima di aver trovato un modo eccezionale per mangiare zucchine crude (si perchè oltre ad essere vegana mi sto anche mettendo in testa di diventare un pò più crudista, perchè se ogni tot tempo non mi complico la vita in qualche modo mi annoio e anche perchè ci tengo molto ad avere in futuro analisi perfette e poter dire a tutti, dati alla mano, che la scelta vegana ben fatta è di certo la migliore).



Ingredienti:
2 piccole zucchine belle sode
più o meno 70 g. di noci (sono perfetti i pinoli, ma io nel pesto adoro noci e mandrole, scegliete voi!)
il succo di mezzo limone
qualche foglia di basilico
1 piccolo spicchietto d'aglio

Unire le zucchine a dadini insieme a tutto il resto e frullare, io ho usato un capiente tritatutto.
Ps: ringraziamento alla persona che me l'ha suggerito! 

domenica 15 settembre 2013

Super torta farro, cocco e doppio cioccolato

Ieri, stavo oziando qua e la per i canali televisivi e mi sono incantata su un cartone per bambini, mi ha catturato, non che fosse particolarmente avvincente, ma mente lo guardavo riflettevo... C'era questa tartarughina antropomorfizzata che parlava e mostrava tutti i pensieri e i sentimenti umani, era un pò sfortunata perchè perdeva un amico, poi perdeva la compagna (poi ritrovava entrambe le cose, non state lì a piangere) e io mi chiedevo il perchè. Perchè far crescere i bambini completamente circondati da cartoni che potrebbero avere l'incidentale scopo di educare all'idea che l'animale ha dei sentimenti e va rispettato se alla fine, la cultura maggioritaria, dice che l'animale si mangia, è normale, è necessario, si fa così, perchè complicarsi la vita e via dicendo. C'era la scena in cui le reti dei giganteschi pescherecci destinati alla pesca di tonni o non so cosa catturavano per sbaglio la tartaruga mettendone a repentaglio la vita, la scena di terrore in cui si rischiava che il piccolo protagonista diventasse 'zuppa di tartaruga', la scena in cui veniva salvato da un'umana del tipo buono (una hippy che sembrava si astenesse dal mangiare animali). Insomma, per me il messaggio è chiaro: la pesca è una pratica brutta che causa inutilmente la morte di tanti animali, anche quelli che non potremmo immaginare, come le tartarughe, le persone cattive mangiano gli animali, quelle buone no (anche se quest'ultimi sono gente un pò strana, ma è un particolare suvvia). I bambini vivono in una contraddizione, circondati da messaggi culturali che non concordano, o è solo la mia impressione?! Comunque mi sono ricordata di tutte le volte che ho visto 'Babe il maialino coraggioso' e mi sono ricordata che già da piccola avevo pensato di non mangiare più animali, ma poi non l'ho fatto (l'ho fatto ora e va bene così), però la storia del maialino sensibile e coraggioso sembra un vero e proprio manifesto contro la macellazione e il messaggio è diretto ai bimbi. C'è davvero una contraddizione esagerata in tutto ciò!
Passiamo ai dolci che sono così confortanti!
Ecco la mia super colazione! Già da prima dell'estate ho rallentato la produzione di dolci da forno per una serie di motivi, principalmente perchè sto cercando di eliminare dalla mia alimentazione zucchero, farina bianca e grassi. Ma con questo primo fresco autunnale non ho resistito alla tentazione della torta lievitata della domenica mattina. Ho usato un bel pò di sciroppo di agave che negli impasti dei dolci è ottimo e permette di ridurre lo zucchero, ho mixato farina di farro, cocco e fecola e ho abbandonato la malefica farina bianca 00! C'è poco olio, relativamente poco, e tanto latte vegetale. Buonissima, è il mio modesto parere.


Ingredienti:
280 g. di farina di farro semintergrale
70 g. di farina di cocco
110 g. di fecola di patate
140 g. di zucchero di canna grezzo
60 ml di sciroppo di agave
100 ml di olio di semi più poco per spennellare lo stampo
300 ml di latte di soia o poco più
4 cucchiai di cacao amaro
100 g. di cioccolato fondente a pezzettini
1 bustina di lievito vanigliato
1/2 cucchiaino di bicarbonato
pizzico di sale
ps:dosi per due stampi da plumcake/18 o 20 muffin/ 1stampo fiore di silicone e 1 piccolo stampo da plumcake/ due torte da 18 di diametro su per giù (tanto per far capire che le dosi sono abbondanti!

Iniziare mischiando gli ingredienti secchi, la farina , la fecola, il cocco, lo zucchero, il sale. A parte mescolare olio, 300 di latte vegetale e lo sciroppo di agave. Versare i liquidi sulla farina e iniziare a mescolare con il cucchiaio di legno (non so se succede solo a me ma la capacità di assorbire l'acqua della farina di farro è imprevedibile, varia molto a seconda della marca e devo sempre 'correggere' i liquidi della ricetta) quindi mentre mescolate aggiungere latte di soia, poco per volta, fino ad ottenere un composto omogeneo della densità (per capirci) di uno yogurt cremoso. Aggiungere allora lievito, bicarbonato e i pezzettini di cioccolato fondente.
Versare metà dell'impasto nello stampo/stampi scelti. Nella restante metà aggiungere il cacao e un paio di cucchiai di latte, amalgamare bene e terminare di riempire gli stampi.
Preriscaldare il forno a 200°, infornare e appena chiuso abbassare a 175°, cuocere per 35-40 minuti.
Se, per caso, non vi va di fare l'effetto marmorizzato consiglio di optare per tutto al cacao.


venerdì 13 settembre 2013

Quinoa saltata con verdure e patata dolce

Ho scoperto la quinoa, una piacevolissima scoperta! Sapevo già alcune cose di questo 'non cereale' ad un livello teorico, primo, appunto, che non è un cereale ma una pianta erbacea della famiglia degli spinaci, considerata uno pseudocereale poichè in cucina viene utilizzata esattamente come un cereale. Sapevo poi che si tratta di un alimento molto ricco in proprietà nutritive (da brava vegana sono sempre alla ricerca alimenti con un alto valore nutritivo), non contiene glutine ma tanti minerali come ferro, potassio, magnesio, zinco. La quinoa è un alimento altamente proteico che da molto senso di sazietà (e aiuta a mantenere/perdere peso, gli altri, non me).
Qui ho trovato un bell'articolo sulla quinoa dove vengono approfondire alcune controversie legate alla sua produzione. Trovare alimenti che non creino impatto ambientale con uno sfruttamento intensivo dei terreni, che non portino svantaggi per le popolazioni dove vengono prodotti, al giorno d'oggi sembra impossibile. L'abitudine di avere una dieta il più possibile varia è sempre l'abitudine vincente, non solo per la salute.
Sapendo che era un alimento interessante (per tutto tranne che per il prezzo) ne avevo un pacchetto in giacenza da un secolo perchè comprato sulla scia del momento e poi parcheggiato per tempo indefinito alla ricerca di ispirazione. Ho visto da Cristina un bel piatto di quinoa e lenticchie e la ricetta mi ispirava proprio tanto, ma è andata a finire che le lenticchie hanno avuto altra destinazione e la quinoa l'ho saltata con le verdure. Avevo in casa qualche foglia di spinacino fresco (anticipo ovvie obiezioni, l'ho mangio sempre crudo, in insalata, ma quel giorno non ne avevo voglia , il pacchetto era già aperto e andava usato) e poi la patata dolce. Dovrebbe essere arancione, me l'aspettavo arancione, e invece era bianca! Ma poi ho letto che si tratta una varietà esistente, un pò meno dolce, comunque buonissima (tanto per capirci bene è entrata nella mia top two con la zucca).


Ingredienti:
100 g. di quinoa
1 grossa patata dolce
1 peperone
1 carota
1 zucchina
1 cipolla rossa
50-60 g. di foglie di spinacino
sale, olio evo
per 2 

Ho lessato la quinoa in acqua bollente e leggermente salata per 15. Ho messo a scolare bene intanto che ho preparato il condimento.
Ho tritato finemente la cipolla e l'ho fatta rosolare un paio di minuti in olio evo, ho aggiunto la patata dolce a cubetti della grandezza di un cm circa. Ho coperto con coperchio. Successivamente, dopo una decina di minuti, ho aggiunto il peperone e cubetti piccolissimi, e dopo altri due minuti, carota e zucchina grattuggiate (l'importante è che sia cotta la patata, le altre verdure, se tagliate molto fini, stanno bene anche croccanti). Se le verdure attaccano alla padella aggiungere qualche cucchiaio d'acqua, io mi sono tenuta da parte quella di cottura della quinoa e non ho aggiunto altri condimenti. All'ultimo ho aggiunto lo spinacino a stiscette, la quinoa, ho mescolato due minuti a fuoco alto e via nel piatto.
Adesso che ho scoperto che per cucinarla ci vogliono solo 15 minuti e che è molto saporita senza grandi condimeti sarà spesso nel mio piatto.

mercoledì 11 settembre 2013

Pesto cremoso con il tofu (anacardi e pistacchi)

Ero partita con l'idea di fare un normale pesto al basilico però ho cercato di metterci un pò di fantasia perchè il bello della cucina vegana è proprio quello, altrimenti, in questo caso, rimane un 'pesto al basilico senza formaggio', di certo per me un pesto migliore, ma che brutto limitarsi alla 'cucina dei senza' (anche nel caso in cui quello che avete deciso di togliere vuol dire tanto di guadagnato per tutti!). Anche nella cosa più semplice, come un pesto, ci si può mettere un pò di fantasia. Ho mischiato pistacchi e anacardi (la mia frutta secca preferita) e ho messo qualche cubetto di tofu perchè ricordavo bene di averlo visto sull'etichetta di un pesto bio vegan che costava come l'oro e che non ho comprato. Sorpresa. Praticamente è come se avessi fatto un pesto con il mio EX formaggio preferito per cucinare: la ricotta, è un pesto cremoso ricottoso, ma il sapore del tofu è neutro e non si sente, per ottenere questo effetto bastano 20 g. di tofu, cubetto più cubetto meno! Con il pesto rosso di pomodori secchi e noci dev'essere la fine del mondo (e sarà probabilmente il mio prossimo pesto, prima o poi, avevo in lista anche il pesto di melanzane e poi per quest'estate con i pesti sono a posto!)
Specifico. La ricotta non è più il mio formaggio preferito, non ho più formaggi preferiti perchè appena tolti dalla mia spesa mi sono accorta che era qualcosa di cui potevo fare tranquillamente, serenamente, felicemente a meno (anche se sono 6 mesi giusti che mi ripropongo di fare la ricotta di soia home-made ma poi ho sempre scuse, ma non ho urgenza, sto benissimo senza formaggio).


Ingredienti:
un sacco di basilico, dove 'un sacco'
vuol dire che ho usato almeno una trentina di foglie
(quasi un'intera piantina piccola)
1 manciata di pistacchi
1 manciata di anacardi
1 spicchio d'aglio affettato (bello cicciotto)
25 g. di tofu al naturale
olio evo, sale, pepe

Devo dire che il procedimento è molto intuitivo, unire tutti gli ingredienti e aiutandosi con un pò di olio evo frullare con il mixer ad immersione. Io in genere faccio doppia o tripla quantità e congelo, non ditemi di farlo con mortaio e pestello, sono per la variante pratica!
Prima di condire le pennette ho allungato il pesto con un pò di acqua calda di cottura della pasta (proprio come si fa per un sugo alla ricotta).


domenica 1 settembre 2013

Spalmabile alla melanzana e mandorle

Con tutte le cose di cui potevo preoccuparmi che mi mancassero, non so perchè, nei primi passi da vegana mi ossessionava l'idea di non sapere più che mettere in piadine e panini o spalmare su una fetta di pane (che poi invece è un un problema inesistente come tutti quelli che ho incontrato fino ad ora). Mi rendo conto che per quest'estate ho collazionato una bella serie di ricette spalmabili, una bella lista e tutte buonissime (cliccare e cucinare per credere):.
patè di piselli e basilicoformaggio di anacardi, hummus di ceci, patè di lenticchie, patè di carote e nocciole, guacamole...
Quello che mi stupisce è che non mi sono ancora stufata e quando ho visto la ricetta dei questo simil formaggio alla melanzana arrostita non ho potuto far tacere la mia dipendenza da spalmabili vegetali e in 24 ore era sulla mia tavola (nella piadina al farro con insalata di spinacino). Buonissimo, gli ingredienti mi sembravano ottimi e non avevo dubbi sulla riuscita, ringrazio Consuelo per l'idea!
Come il formaggio di anacardi, anche questo spalmabile, è molto versatile, infatti la prossima volta penso di condirci un bel piatto di pasta.


Ingredienti:
1 melanzana
50/60 g. di mandorle intere
succo di 1/2 limone
erba cipollina (o basilico)
sale, pepe (o una punta di peperoncino)
aglio (facoltativo)

Cinque ore prima di frullare il vostro formaggio mettete in ammollo le mandorle.
Tagliare la melanzana a metà, per il lungo, appoggiare su una teglia rivestita di alluminio o carta forno, la polpa rivolta verso l'alto e infornare a 200° per una quarantina di minuti.
In un contenitore alto unire mandorle scolate, la polpa della melanzana, il succo di limone, erba cipollina (in alternativa basilico), sale, pepe, poco aglio tritato e frullare bene. Spostare il composto in frigor, pressare in un piccolo contenitore in modo che risulti compatto una volta che ha riposato in frigor qualche ora (almeno un'ora).

mercoledì 28 agosto 2013

Crostata alle pere, fondente e mandorle

Questa crostata è buonissima, la frolla all'olio senza uova è l'ideale per un bel ripieno di frutta e cioccolato, così buona che questo fine settimana me la rifaccio (ho la scusa, bisogna salutare una persona che parte per un bel pò). La faccio tutti gli anni per il compleanno del mio ragazzo e quest'anno era la prima volta che questa torta doveva essere vegana. Ha passato il test. La frolla non è burrosa, ma questa non mi è mai sembrata una grande perdita, per renderla più interessante ho sostituito parte della farina con le mandorle tritate. Oggettivamente buonissima (per tutte le ricette vegan ben riuscite la modestia va messa da parte, tanto orgoglio vegano)! La ricetta della frolla è di Montersino, il mio zampino l'ho già specificato!
Per chi mi ha scritto in privato chiedendomi come si sta da vegani, se la salute migliora, se si devono prendere integratori oggi mi sento di raccontare che ho preso la mia prima pastiglina di B12. Mi sono informata molto e credo che tutte le altre carenze dipendono da noi, si possono evitare se si segue una dieta corretta, ce le possiamo causare trascurando cibi importanti, non prestando attenzione alle qualità nutritive di ciò che mangiamo. Per la B12 non vale questo discorso, non dipende da noi, il mondo intero 'soffre' una carenza di questa vitamina dovuto a impoverimento dei terreni, all'abitudine di lavare bene i cibi che si mangiano, anche la carne che compriamo è quella di un animale che ha assunto un integratore perchè altrimenti attraverso il mangime ordinario non avrebbe assunto i minerali necessari per dare valore nutritivo alla sua carne...io per sicurezza ho deciso di ricorrere all'integratore come misura preventiva, così non dovrò mai intervenire su una futura carenza di una vitamina essenziale per il sistema nervoso (dopo aver sentito raccontare di una ex vegana che ha smesso a causa di questa carenza ho deciso di non prendermela più comoda).
Questo per prudenza. In generale non ho mai preso integratori ma non ne ho mai avuto meno bisogno! Devo dire che da quando sono vegana sono dimagrita un pò, mi si è attenuata l'allergia con tutti i suoi sintomi, non ho più sofferto dell'asma che in genere a luglio mi accompagnava inevitabilmente, in genere ho più energia e concentrazione, tendo a fare pensieri più positivi e sappiate che si sono dimezzati anche i dolori del ciclo.
Chiudi la parentesi e vi lascio la torta!



Ingredienti:
120 g. di mandorle tritate (farina di mandorle) e 380 g. di farina 00
(la ricetta originale prevede 500 di farina di farro)
200 g. di zucchero di canna
70 ml di olio evo
70 ml di olio di semi
125 g. di aqua
12 g. di lievito chimico per dolci
scorza di limone bio
pizzico di sale
per il ripieno
120 g. di cioccolato fondente
5 pere mediamente mature
3-4 biscotti digestive
2 manciate di mandorle tritate
2 cucchiai di zucchero di canna

Ho impastato la frolla servendomi del robot da cucina. Prima ho tritato finemente le mandorle riducendole a farina, ha aggiunto farina 00 e zucchero e azionato in modo da rendere più fine lo zucchero di canna grezzo. Ho aggiunto la scorza, il sale, il lievito. Ho unito per ultimi olio e acqua. Ho azionato fino ad ottenere una palla di impasto omogenea, è molto morbida ma si rassoda in frigor dove deve riposare a lungo (io la mattina per la sera).
Ho ripreso la pasta e l'ho lavorata subito usandone 1/2 per il disco inferiore (teglia da 26 cm di diametro rivesita di carta forno, la pasta l'ho setsa direttamente sul disco di carta forno con cui poi ho rivestito la teglia a cerniera). Sulla pasta ho proceduto con gli stati di farcitura: qualche manciata di biscotti e mandorle tritate, le pere a fettine, il cioccolato tritato e un cucchiaio di zucchero di canna.
Ho chiuso con un secondo disco di frolla premendo bene i bordi. Bucherellato con una forchetta e infornato a 165° per 40 minuti.

venerdì 23 agosto 2013

Tartufini datteri e mandorle

Sto preparando una crostata per il compleanno del mio compagno (frolla veg alle mandorle e ripieno di fondente e pere) e così mi sono tornati in mente questi dolcetti che non avevo ancora postato.
Questi sono I TARTUFINI con tutte le maiuscole, davvero troppo buoni tanto che sono in programma per Natale in compagnia, non posso rifarli prima perchè ne mangerei una vagonata (parentesi, io sto iniziando a pensare all'autunno, alla zucca, al Natale e a come farò a farmi un bel pandoro vegan senza pasta madre...ciao estate, sei la mia preferita, ma anche la zucca e il Natale).
Intanto sbrigo la faccenda dei meriti. La prima volta che ho letto la ricetta dei baci raw è stato su 'La Dieta di Eva' a base di uva passa e mandorle, l'idea dei datteri mi è venuta leggendo il blog della mia 'nocciolina' preferita, inoltre ho visto usare mandorle e datteri come base per la raw cheesecake da Cesca...io ho messo il mio zampino: crema di mandorle, sa leggermente di burro salato, leggermente di burro di noccioline e soprattutto di mandorle, troppo buona (è della Rapunzel e la trovate da Naturasì, vale la pena provarla almeno una volta!).
Questi dolcetti non prevedono cottura, si tratta solo di tritare insieme, finemente, datteri morbidi e mandorle. Poi si fanno le palline e si rotola in cacao o farina di cocco. A chi pensa che gli ingredienti siano troppo minimal consiglio vivamente di provare!


Ingredienti:
200 g. di datteri morbidi
200 g. di mandorle (con o senza pelle, fate voi, io con)
1 cucchiaio di sciroppo di agave
2 cucchiai di crema di mandorle (facoltativo, ma buono buono)
cocco grattuggiato
cacao amaro

Snocciolare i datteri, unire le mandorle e tutto il resto. Versare nel robot da cucina o comunque in un tritatutto abbastanza capiente e azionare fino ad ottenere un impasto leggermente granuloso ma omogeneo e legato. Con i palmi delle mani formare delle palline grandezza di una noce, rotolare in cacao o cocco.
Io li ho conservati in frigorifero dove migliorano e diventano leggermente più compatti.


Ho letto questa frase in giro per il web, ve la lascio come saluto di fine post, mi sembra possa far riflettere...
"Tutti gli esseri viventi tremano di fronte alla violenza, tutti temono la morte, tutti amano la vita. Perchè chi ha aperto gli occhi una volta non li chiuderà mai più"

mercoledì 21 agosto 2013

Falafel di ceci e maionese di avocado

Con le polpette vegan non ho ancora raggiunto grandi risultati, fatta eccezione per queste, che dopo due esperimenti poco entusiasmanti finalmente mi sono venute davvero bene. La prima volta che mi hanno spiegato la ricetta sono rimasta stranita dal fatto che i ceci si impolpettano da crudi, tritati finemente dopo un lungo ammollo, poi si friggono le polpette, nessun'altra cottura intermedia. La prima volta che l'ho sentito mi è sembrato improbabile e invece...Si possono fare anche con le fave, tritate da crude dopo una notte di ammollo (non ho sperimentato di persona).
La prima volta ho ammollato i ceci per meno di 24 ore e le ho cotte la forno, mi sono sembrate delle polpette insignificanti...
Nel frattempo ho scoperto che qui da me, gli arabi da cui prendevo spesso il kebab alle falafel, le fanno con le uova, e io che ho chiesto informazioni sperando di scoprire qualcosa di utile ho scoperto solamente e tristemente che spesso ho mangiato non vegan senza saperlo, mannaggia (cliente perso)! Ma non mi sono arresa, ho provato una ricetta che prevedeva ceci cotti e farina di ceci (risultato ancora peggio del primo).
La cosa fondamentale alla terza volta è stato un ammollo dei ceci infinito, più di 36 ore cambiando l'acqua ogni 12 ore più o meno. A dirlo fa passare la voglia, sembra noioso, in realtà è molto pratico, basta calcolare con un attimo di anticipo per quando intendiamo friggerle, poi per versare i ceci in un contenitore, riempire d'acqua e cambiarla un paio di volte non direi che ci vuole molto, il tempo si trova. Dopo si tratta solo di sbattere ceci e tutto il resto in un robot da cucina, tritare a lungo fino ad ottenere un impasto bello fine. Con l'ammollo lungo l'impasto viene bello morbido. Consiglio la frittura, il risultato è tutta un'altra cosa rispetto al forno ( poi non friggerò più per un secolo, probabilmente fino alla prossima estate, quindi si poteva fare). Appena toccano l'olio caldo si rassodano all'istante, questa sostanza legante sprigionata dai ceci crudi (come nel caso della farina di ceci) è portentosa.


Ingredienti:
300 g. di ceci crudi già ammollati (tassativamente ceci secchi, ammollo di 36 ore)
1 cipolla rossa bella grande
2 spicchi di aglio
1 mazzetto di prezzemolo
1/2 cucchiaino di semi di cumino
1/2 cucchiaino di semi di coriandolo
sale, pepe
olio di semi per firggere
sesamo o gomasio (facoltativo)

Prendere i ceci scolati dall'acqua di ammollo e versare nel recipiente del robot da cucina aggiungendo tutto il resto degli ingredienti: la cipolla a fette, l'aglio spezzettato, il prezzemolo, poco sale e del pepe. Azionare e tritare fino a quando il composto è fine e omogeneo (come dovrebbe essere un impasto per polpette). I semi di coriandolo e cumino è meglio tritarli un pò prima di aggiungerli al composto. Azionare di nuovo per amalgamarli. Far riposare l'impasto in frigor.
Formare delle palline premendo l'impasto con le mani, grandezza di una noce sue per giù, e buttare nell'olio caldo (io ho usato tre dita d'olio in un wok, non è necessario che la polpetta affondi nell'olio, basta rigirarla spesso per far si che non diventi troppo dorata solo da un lato). Appena sono dorate scolare e spostare sulla carta assorbente. Io le ho rotolate ancora calde nel gomasio. Si possono rotolare nel sesamo ancora calde o impanarle nel sesamo prima di buttarle nell'olio (comunque il gomasio, che unisce il giappo con l'arabo, è buonissimo).

Io ho esagerato e ho aggiunto insalata di pomodori datterini e 1/2 avocado.
Maionese di avocado fatta frullando 1/2 avocado con sale, pepe, 1 cucchiaino scarso di senape, 1 cucchiaio e poco più di succo di limone. Senza aggiunta di altri grassi a quelli naturalmente presenti nell'avocado viene una salsa dalla consistenza identica alla maionese e dal gusto più delicato (senza colesterolo ma ricca di potassio,acidi grassi 'buoni' come gli omega3, antiossidanti e vitamine).
L'idea della maionese di avocado l'ho presa qui da Cesca.


venerdì 16 agosto 2013

Patè di piselli e basilico

Ogni tanto faccio ritorno, per questo semplice paté valeva la pena passare di qua e lasciarne un segno. Si tratta di pisellini verdi frullati con qualche semplice ingrediente in più, ma come fanno spesso le cose semplici è sorprendentemente interessante. Questa volta la mia fonte è stata 'La Cucina Etica', un ricettario che consiglio vivamente soprattutto a chi non è vegano ma vuole variare la sua alimentazione e guadagnare in salute (vedo che a chi è vegano da qualche anno, a differenza di me che lo sono davvero da poco poco, non manca di certo la creatività in cucina) avere questo ricettario sotto mano è un ottimo aiuto per aggiungere alla solita dieta qualche ricetta originale con i legumi, con il tofu, con la frutta secca...non c'è nessuna stranezza in un ricettario vegan, ma tante ricette alternative si! Se il mondo ci fornisce tanti tipi di alimenti perchè limitarsi a quelli tipici di una dieta onnivora?!
Sul sito 'Vegan300'si trovano tante delle ricette presenti sul libro.
Tante volte mi soffermo a pensare sul perchè ci ho messo tanti anni ad aprire i miei orizzonti alimentari, perchè così spesso la domenica mi facevo l'arrosto di animali che un tempo respiravano con il mondo di cose che potevo cucinarmi, sarebbe bastato variare l'alimentazione un pò di più per essere già meno di peso all'ambiente a agli animali. Memore dei tempi non molto lontani in cui in ogni pasto faceva capolino un ingrediente animale devo dire di apprezzare molto chi non è vegano o vegetariano, ma non si limita alla classica frase 'io non ce la farei', ma varia tanto la sua cucina e alterna pasti del tutto vegetali a quelli non, si interessa a ricette alternative, già questo è un modo più etico e sostenibile.


Ingredienti:
400 g. di piselli freschi o surgelati (in alternativa piselli secchi)
1 cipolla rossa di tropea
1 spicchietto d'aglio se si vuole
1/2 limone spremuto
una decina di foglie basilico
sale, pepe, olio evo

Tritare la cipolla, soffriggere un paio di minuti in un filo d'olio e aggiungere i piselli. Se i piselli sono freschi cuocere una decina di minuti con il coperchio, se sono surgelati cuocere una decina di minuti senza coperchio perchè si asciughi l'acqua (se sono quelli secchi vi serve del brodo vegetale e parecchio tempo in più!).
Spostare in un recipiente con bordi alti, unire i restanti ingredienti e frullare con il mixer ad immersione fino ad ottenere una crema omogenea.Far intiepidire e riposare un pò in frigor. 
Dopo di che munirvi di qualche buon crostino! Io ho usato questo paté per farcire una piadina (vegan) insieme a rucola e datterini, l'ho usato su crostini integrali e su pane tostato, è buonissimo! 

domenica 28 luglio 2013

Benny's magic muffin

La foto non è un granche, cioè, è proprio poco nitida. L'ho fatta con il cellulare. Per me il cellulare è uno strumento che serve perlopiù per farmi rintracciare sempre e ovunque (e solo questo basta a rendermelo parecchio antipatico), che si mescola alle cose nella borsa rendendosi difficile da rintracciare, troppo fragile, mi mette ansia quando suona...non lo uso per internet, mail, foto o cose di cui so a mala pena l'esistenza...è proprio un aggeggino che mi piace poco, infatti spesso mi prendo quelli usati dagli altri. In parole brevi, tra me e il cellulare non c'è feeling! Però il mio compagno ha fatto cadere la mia macchina fotografica e poi non usciva più l'obbiettivo, questi muffin li volevo proprio fotografare perchè mi sono piaciuti tanto tanto, e così cellulare fu. Forse anche la tecnologia ha un'anima perchè poi magicamente, a distanza di una settimana, dopo un pò di riposo post-trauma, la macchina fotografica ha ripreso a funzionare!
Questa ricettina viene da un libro che ho ricevuto in occasione del mio compleanno, 'La cucina etica', storico ricettario di cucina vegan, una pietra miliare insomma, con certe ricette troppo interessanti. Non c'è un motivo particolare per aver iniziato con questi muffin (ci sono ricette molto più interessanti in effetti), semplicemente avevo tante banane molto mature e tutti gli ingredienti. Di muffin banane cacao ne ho fatti tanti, ma questi sono davvero una goduria. Chi sia di preciso Benny e perchè siano magici non lo so, gli ho lasciato il loro nome (Benny's magic muffin) e via! Buona settimana!

Ingredienti:
100 g, di farina 00
70 g. di farina integrale
(la ricetta originale prevede tutta farina 00, vedete voi a piacimento)
115 g. di margarina (io la cerco a base di solo olio di semi e la uso mooolto raramente)
60 g. di zucchero di canna 
2 banane grandi o 3 piccole molto mature
Qualche cucchiaio di latte vegetale solo se serve, in caso l'impasto risulti troppo duro
la ricetta non lo prevedeva, ma io ho messo 1/2 bustina di lievito per dolci 
30 g. di cacao
Per 12 muffin

Sciogliere la margarina in un padellino a fuoco basso e aggiungere lo zucchero in modo da farlo sciogliere bene. Schiacciare bene le banane con la forchetta ottenendo una crema/purea.
Mescolare le banane con la farina e il cacao e successivamente aggiungere lo zucchero sciolto nella margarina e il lievito (se serve qualche cucchiaio di latte di soia per amalgamare l'impasto).
Passare l'impasto nei pirottini.
Infornare a 180° per 20 minuti (io ho spolverato con un pò di zucchero di canna prima di infornare, altrimenti cospargere di zucchero la velo una volta freddi).

domenica 14 luglio 2013

'Formaggio' raw di anacardi, al basilico e lime

Gli anacardi sono davvero una delle cose più ideali per fare uno spalmabile che ricorda davvero molto alcuni formaggi (non che io senta la mancanza dei formaggi, la mia cucina si è arricchita di tantissime cose che sono morbide e spalmabili senza l'ombra di formaggio). Ma nella rete e nei libri lo chiamano formaggio di anacardi, chiamiamolo così in onore della sua somiglianza.
Trovate la versione a crudo molto morbida, la versione che si compatta in frigor, con lievito alimentare o agar agar, ho trovato anche la versione simil stagionata da affettare (questa non mi ispirava nemmeno un pò, le altre si). Io sono andata su quella più semplice e veloce, senza cottura, solo anacardi, acqua e sale più aromi e erbette a piacere. Ho sostituito il limone con il lime, con gli anacardi sta benissimo. Perfetto per crostini, per i primi piatti cremosi, per panini e piadine, per tutto insomma! Tra l'altro gli anacardi non salati lì ho trovati a poco prezzo in un noto discount, quindi non ci sono scuse. In realtà io avrei un buon motivo per non acquistare mai gli anacardi, ne mangio troppi!


Ingredienti:
150 g. di anacardi non salati
2 cucchiai di succo di lime
3-4 cucchiai di acqua
6-8 foglie di basilico (o altri sapori a piacere: erba cipollina, prezzemolo, pepe, aglio)
qualche granello di sale rosa (o pochi pizzichi di sale fino)

Mettere in ammollo gli anacardi per almeno 5 ore, passato questo tempo scolarli dall'acqua e passarli ad un recipiente indicato per frullare con il minipimer. Aggiungere agli anacardi tutto il resto e frullare fino ad ottenere un composto cremoso. Rivestire una piccola ciotolina con la pellicola e schiacciare dentro il composto in modo da compattarlo bene, chiudere con la pellicola e riporre qualche ora in frigor. A questo punto, al momento di servire, potete capovolgere la formina di formaggio sul piatto di portata. L'ultimo passaggio non è obbligatorio, ovviamente.

Io l'ho messa dentro una piadina integrale di farro insieme al pomodoro. Il mio compagno d'estate mangia spesso la piadina stracchino e pomodori, volevo vedere se apprezzava l'alternativa e il punteggio è stato dieci e lode, sono contenta perchè una piccola cosa alla volta, un passetto ogni tanto, sto eliminando i prodotti animali anche dalla sua dieta senza che lui li rimpianga. Il formaggio di anacardi è cremoso, è saporito e sta benissimo insieme al pomodoro e abbiamo cenato divinamente lasciando (ipoteticamente, concettualmente) il latte di mucca al suo vitellino.


sabato 13 luglio 2013

Marmellata 'viva' di prugne

Sono tornata dal mare più vegan che mai! Chi mal sopporta questi argomenti mi può salutare senza rancori reciproci, tanto di visite giornaliere e di commenti ne ho già persi molto più della metà (dura vedersi mettere di fronte alle proprie responsabilità eh...).
Sono stata in visita in un posto bellissimo: La Fattoria della Pace Ippoasi. Una vera e propria oasi per animali, un porto sicuro dove animali tipicamente da reddito vengono salvati dal loro destino di macellazione o sfruttamento crudele e possono finire i loro giorni in pace, recuperando appieno i loro diritti animali e la loro dignità (banalmente, non essere mangiati o usati come macchine produttive, avere a disposizione il loro cibo naturale, l'aria aperta, lo spazio libero, la possibilità di socializzazione, la pace e l'immensa tranquillità che li caratterizza). Conoscerli più da vicino, anche se di sfuggita (il tempo di una visita), è stato davvero arricchente. Non basta leggere le cose, è importante anche toccarle con mano. Infatti ho accarezzato un bellissimo maialino (ero grosso, ma lo chiamo maialino perchè me ne è rimasto un ricordo molto dolce), fortunatamente con ancora una bella coda e le sue 'temibili' zanne cose che negli allevamenti tagliano da piccoli. Era un coccolone, gli piaceva farsi accarezzare la pancia, profumava di liquirizia. Un incontro nuovo per me, perchè non avevo mai avuto contatto diretto con un maiale e la cosa mi interessava particolarmente. Ora ho una nuova immagine di maiale in mente, più vicino alla realtà piuttosto che alle rappresentazioni culturali che la società ne dà. Un animale pacifico, relazionale,comunicativo, che apprezza il contatto con l'uomo, un essere degno di diritti e che non merita di diventare la pancetta che fino a  poco fa mettevo nella pasta. Ho potuto stare vicino anche ad una stupenda mucca, le mucche mi hanno sempre ispirato pace, fiducia, serenità e vicino a lei era proprio così. Era gigantesca, era libera (generalmente in montagna le trovi protette da recinzioni o corde elettriche), poteva darmi una testata quando e come voleva e invece non avevo il minimo timore. Nonostante l'uomo l'avesse delusa parecchio (passato legata alla catena) ancora era ritornata a fidarsi dell'uomo, ne apprezzava le carezze, è commovente, ammirevole se ci si pensa bene. Ma chi è l'essere superiore poi? Dipende molto dai punti di vista. Tanti altri animali, tante altre storie, come un vitellino di due anni salvato insieme alla mamma che ancora lo pulisce e sta sempre vicino a lui come qualsiasi mamma umana con un figlio piccolo (e noi li strappiamo dalla mamma appena nati tra urla strazianti e poi macelliamo i vitellini dopo pochi mesi, come siamo vili, come siamo così poco umani). Un luogo di crescita, utile soprattutto per far vedere ai nostri bambini cosa sono veramente gli animali, in questa oasi di certo non sembrano macchine produttrici di uova, latte o carne, soggetti di intrattenimento o altro...consiglio un giro a chi abita vicino a Pisa o ci passa per andare altrove (come me mentre andavo al mare).
Poi sono andata la mare è! Con i miei cani, perchè i propri compagni pelosi si portano in vacanza o si lasciano a persone che li amano, punto. Ho nuotato con i miei cani, ho riposato, ho preso il sole...
Vi lascio la ricetta di una marmellata speciale, senza cottura, senza zuccheri aggiunti e buonissima. la ricetta viene dal ricettario di 'La dieta di Eva'. Il peccato della marmellata classica è la lunga cottura della frutta e poi tutto lo zucchero che ci viene messo, invece così è fantastica e molto più 'viva'. L'ho spalmata sulle fettine di banana invece che sul pane: colazione fruttariana e crudista, il top.


Ingredienti:
250 g. di prugne secche denocciolate
acqua (240 ml)

Mettere in ammollo le prugne nell'acqua per una notte, il giorno dopo (senza buttare via l'acqua di ammollo) frullare direttamente il tutto per pochi secondi fino ad ottenere la consistenza della marmellata. 
Ne viene fuori una marmellata più simile a quella fatta in casa e non a quella ultra dolce e gelatinosa industriale.
La marmellata 'viva' si può fare anche con altri tipi di frutta disidratata come albicocche secche e fichi secchi.

Ed eccomi qui!



lunedì 1 luglio 2013

'Pan di spagna' senza uova e crema al cacao

Eccomi di ritorno dalla mia breve vacanza/lavoro e mi ritengo molto soddisfatta di me stessa, mi assegno un voto alto anche se non la sufficienza piena...sto parlando del cibo, ovviamente. Non ho mai preso un secondo piatto e quasi mai un primo piatto ad eccezione della pasta al pomodoro e basilico. Non ho mai avuto voglia di carne, pesce, risotti al burro e grana, primi piatti elaborati. Da brava neo-vegana ho provato persino un lieve ripugnanza per i cosciotti di coniglio e i pesci interi (cose che fino a poco fa mangiavo). Per otto giorni mi sono confrontata unicamente con il buffet dei contorni, non era male, c'era abbastanza scelta, ma estremamente ripetitivo: tutti i giorni le stesse verdure e sempre cucinate allo stesso modo, per una che ama mangiare la situazione si è rivelata noiosetta. Quando spuntavano fagioli o ceci in insalata mi sembravano miraggi. Devo confessare (agli amici vegani puristi, e ai non vegani che spesso mi scrivono di stimarmi per la mia scelta), in questo ordine: un dolcetto con pan di spagna  e creme, un budino, due focaccine che mi sembravano solo pomodoro e che invece presentavano del grana, una pasta che mi sembrava al pomodoro e in cui invece ho trovato della mozzarella. I dolci sono tutta colpa mia, gravi peccati di gola, il resto una mezza colpa, sia perchè il formaggio era quasi impercettibile, sia perchè dopo giorni e giorni delle stesse sei, sette verdure iniziavo a essere esasperata...inoltre mi sono beccata un intero giorno a 37 di febbre e sintomi gastro-intestinali al completo, anche in questo caso la 'disperazione' mi ha portato ad ordinare un riso bianco con il grana ma poi non sono riuscita a mangiarlo, solo l'odore mi faceva venire nausea e così non lo devo annoverare tra le mie confessioni. Subito in occasione del primo pasto, appena appoggiato il sedere sulla sedia, mi è venuto naturale dire a tutti che non mangio nessun prodotto di origine animale e farla finita lì con le incertezze. Come pensavo il mio piatto di sole verdure è stato notato subito, e subito ha dato origine a interrogativi e curiosità. Ma una volta detto il motivo devo dire che la cosa non è interessata a nessuno e che non sono stata sottoposta a grandi interrogatori o dibattiti, sono stata a mio agio...in un certo senso meglio, sotto un altro punto di vista peccato che a nessuno interessi, ma per me meglio così!
Non sono una che ama il dolce più del salato, sono golosa in generale, ma i dolci, in certi momenti hanno un potere così confortante, calmante, appagante che non ho saputo farne a meno in mancanza dei cibi di casa mia. Anche la tortina di 'pan di spagna' (tra virgolette) e 'crema pasticcera al cacao' (tra virgolette) è stato un dolcetto di conforto: l'ho fatta prima di partire, diciamo per salutare in modo speciale il mio compagno che abbandonavo per 8 giorni. Sapete che ogni tanto con i dolci mi piace sperimentare preparazioni vegan base che imitino le cose che classicamente si usano in pasticceria, questa è stata la volta del pan di spagna senza uova. Questa base non è leggerissima come il pan di spagna classico ma davvero molto simile e perfetta da farcire. Io non avevo lo stampo della misura giusta e ho fatto due dischi da sovrapporre, anche questa è un ottima soluzione per assemblare una semplice torta farcita, la base è davvero buona, posso dire lo giuro! La ricetta del pan di spagna senza uova l'ho trovata su cookaround, l'ho un pò personalizzata e fatta mia.
Con il latte di soia al cacao, seguendo la ricetta della crema pasticcera che avevo già postato qui ho fatto una crema molto vicina al tipico budino al cioccolato, bastano pochi grammi di frumina in più per fare un perfetto budino senza uova.


Ingredienti:
120 g. di farina 00
70 g. di frumina
75 g. di zucchero di canna chiaro
60 g. di margarina (da olio di semi)
1 bustina di lievito
scorza di un limone bio
pizzico di sale
1 cucchiaio colmo di sciroppo di agave
155 ml di latte vegetale o acqua
nota: dosi per un disco di 18 cm di diametro da tagliare a metà per farcire
per la crema
500 ml di latte di soia al cacao
40 g. di frumina
10 g. di cacao amaro
2 cucchiai di zucchero di canna

Per la torta iniziare lavorando margarina e zucchero con le fruste elettriche fino ad ottenere una crema. Aggiungere farina e frumina lavorando con il cucchiaio di legno e ottenere un composto sbricioloso. Unire la scorza di limone abbondante.
Iniziare ad aggiungere latte o acqua (l'ho provata con entrambe le cose e viene ugualmente bene), mescolare inizialmente con il cucchiaio e appena la farina è abbastanza bagnata passare alle fruste elettriche in modo da amalgamare velocemente e rompere eventuali grumi di farina. Aggiungere lo sciroppo di agave (lo sciroppo di agave dona un leggero sapore come di miele e ammorbidisce l'impasto, è ottimo e permette di ridurre un pochino lo zucchero), aggiungere il lievito, azionale le fruste elettriche. Versare nello stampo passato di margarina e ben infarinato. Con lo stampo di diametro 18 cm viene un disco abbastanza alto per essere diviso in due metà. Io ho usato uno stampo da 24 cm e raddoppiato le dosi di impasto per fare due dischi.
Infornare a 180° per 25-30 minuti, forno statico. 
Per la crema, passare il fondo del pentolino che volete usare con poca margarina, versare nel pentolino il latte freddo, non tutto, solo 400 ml. Usare le restanti 100 ml per sciogliere bene frumina e cacao, una volta che sono ben sciolti unire al pentolino e portare sul fuoco. Quando inizia a scaldarsi aggiungere lo zucchero. 
Portare a bollore continuando a mescolare, fuoco basso (ci vorranno meno di 10 minuti) spegnere e far raffreddare prima di farcire.



giovedì 20 giugno 2013

Risotto con zucca delicata e burro di mandorle

Io, avendo trovato ancora qualche zucca biologica da Naturasì, vista la curiosità di provare questa 'zucca delicata', mi sono fatta un bel risotto anche senza aspettare che torni l'autunno. Non so di preciso che genere di zucca ho acquistato perchè mi sembra che la zucca delicata in realtà abbia una buccia con striature verdi, mentre la mia zucca era tutta giallino pallido, con la buccia liscia e molto sottile. Il sapore è più dolce, ma non di una zucca fuori stagione, era buona! Mie amate zucchette, adesso però ci rivediamo a settembre...
Il burro di mandorla è una soluzione tra le tante per mantecare un risotto vegetale, solo nel caso non ci si accontenti dell'amido rilasciato dal riso e si voglia qualcosa di più cremoso. Io sono della 'scuola' per cui la mantecatura finale non è importante e spesso copre gli altri sapori, a casa mia (ammetto per motivi dietetici) non si aggiungeva mai burro e grana, al massimo un cucchiaino una volta che il piatto era in tavola. Ho iniziato a fare mantecature 'pesanti' per il mio ragazzo abituato a gusti meno light...però per me i risotti alla fin fine avevano tutti lo stesso sapore. Ho iniziato così a mantecare ogni volta con un formaggio diverso, una volta grana, un'altra un formaggio cremoso...ma quando sono tornata al tutto vegetale il mio ragazzo non si è nemmeno accorto! I palati si abituano subito, non c'è nessuna esigenza di esasperare le papille gustative con cose pesanti e salate.
Il burro di mandorla è una delle ricettine che mi sono portata a casa dal corso dello chef Salvini, proprio lui l'ha consigliato per mantecare il risotto. Un burro molto delicato la cui consistenza dipende molto dal rapporto tra acqua e olio aggiunti alle mandorle, e dalla potenza dello strumento scelto per tritare. Io ho dovuto arrangiarmi con un minipimer e non mi è venuto bello liscio liscio, ricorda un pò un formaggio alle mandorle, comunque buonissimo, un'idea davvero carina per dare qualcosa in più ad una ricetta (aggiungere un pò di 'cicciosità'). Volendo questo burro si può insaporire con sale, pepe o qualche erbetta.
Peccato non aver fotografato il piatto presentato dallo chef, fa delle magie, una cucina tutta vegetale, tutta salutare, priva di vino o insaporitori come il dado eppure eccezionalmente buona.


Ingredienti:
200 g. di riso arborio
1 piccola zucca bio
1 rametto di rosmarino
2 foglie di alloro
1/2 cipolla
50 g. di mandorle
35 ml di acqua
15 ml di olio di semi
scorza di mezzo limone bio
1 dado vegetale bio
brodo vegetale, olio evo, sale e pepe qb

Per il burro frullare le mandorle spellate con acqua e olio di semi fino ad ottenere un composto liscio e omogeneo, potete regolarne la consistenza: con più acqua rispetto all'olio verrà più simile ad una crema, incrementando l'olio verrà più compatto proprio come un burro morbido. Le proporzioni totali devono essere sempre 50% di mandorle e 50% di liquidi tra olio e acqua. Una volta frullato riporre in frigor.
Pulire la zucca e ridurre a piccoli cubetti, tritare la cipolla e soffriggere in un filo d'olio evo, aggiungere rosmarino e alloro, poi la zucca, poco brodo e cuocere con il coperchio per 5 minuti. Aggiungere il riso e portare a cottura aggiungendo poco a brodo alla volta.
Un paio di minuti prima della cottura spegnere, aggiungere il burro di mandorla, il pepe, la scorza di limone e lasciar riposare qualche minuto prima di impiattare.


lunedì 17 giugno 2013

Torta brioches gigante crema e caffè

Ecco il dolcetto che mi sono concessa nel fine settimana: una torta al caffè farcita di crema pasticcera. 'Al caffè' proprio nel senso che al posto di latte o altri liquidi ho versato nell'impasto il caffè fatto con la moka. Ho bagnato l'interno con bagna di caffè e liquore e farcito con una crema dal sapore di normalissima crema pasticcera! Buonissima! Questa simpatica forma di cornetto è stata ottenuta grazie allo stampo che l'azienda Silikomart mi ha gentilmente inviato, carino vero?! Ne hanno davvero per tutti i gusti, con tutte le fantasie possibili e me li comprerei tutti per quanto sono comodi e belli.
Io, da novellina del ramo, ancora mi stupisco di quanta fantasia e bontà si possa mettere nei dolci vegan, di fronte ad ogni torta mi ricordo delle mie prime due settimane da vegetariana (nel corso delle quali ho mangiato il formaggio giusto un paio di volte perchè ero abituata ad usarlo per cucinare: per il risotto, per la pasta, per la torta salata) e di tutte le 'paure' che mi frullavano in testa: 'ma come faccio, ma che dolci cucino, ma come faccio senza certi formaggi, oddio è impossibile' e cose di questo tipo. Adesso ci penso e sorrido a me stessa perchè ora so quanto è facile cambiare questo tipo di abitudini e mi piace riportare una concetto che ho letto non so dove e mi ha colpito per la verità espressa.
Non ci sono scuse per mangiare i prodotti animali, quella di mangiare i prodotti animali è una scelta svantaggiosa dal punto di vista medico e ambientale prima che etico, rimane una sola scusa per mangiarli: perchè sono buoni. Ma se una persona lascia che la sua testa sia guidata dal suo palato, io e lei non abbiamo niente da dirci.
Non non siamo uomini, e quindi differenti dagli animali,  per via delle nostre capacità razionali, per le capacità artistiche, per la consapevolezza maggiore delle cose, per le possibilità di decidere con responsabilità al di là degli istinti che derivano dalla natura...o mi sfugge qualcosa?
E comunque ho pensato che io, per quanto amo mangiare e preparare il cibo che devo mangiare, ancora mi faccio guidare non poco dal mio palato. Quello che mangio è buono, punto, altrimenti non lo mangerei. Ma adesso posso essere fiera quando mi lascio 'guidare dal palato' perchè prima è la mia testa a scegliere, i miei valori, il mio interesse per la salute e la vita altrui, e ne sono contenta.
Ho già pensato a due dolci buonissimi e solo moderatamente salutari per il mio compelanno e non vedo l'ora di rientrare dalla trasferta lavorativa che metterà a dura prova la mia scelta vegan.


Ingredienti:
per la torta
170 g. di farina 00
50 g. di maizena
10 g. di cacao
200 ml di caffè forte
110 g, di zucchero di canna
1/2 bicchiere scarso di olio di semi
2 cucchiai di sciroppo di agave
1 bustina di lievito per dolci
pizzico di sale
per la bagna
1/2 tazzina di caffè
1 cucchiaio di sciroppo di agave
2 cucchiai di brandy o altro alcolico idoneo
1 cucchiaio di acqua
nota: ho usato il bellissimo stampo che mi ha gentilmente inviato la silikomart

Per la torta, iniziare riunendo gli ingredienti secchi (come per la torta al cioccolato che avevo postato tempo fa, le dosi sono più o meno quelle) quindi farina, amido, zucchero, lievito, cacao. Versare sopra agli ingredienti liquidi, il caffè tiepido e l'olio ( per il caffè vi servirà una caffettiera da 4, io ne ho usata una da tre e ne ho dovuto rifare un pò per raggiungere la dose necessaria). Mescolare quanto basta per ottenere un composto omogeneo e versare nello stampo di silicone e infornare a 180° per 35-40 minuti. Prova stecchino e sfornare.
Quando la torta è fredda tagliare a metà e bagnare le due metà con la bagna composta da caffè mescolato con sciroppo di agave e brandy. Cospargere la metà di base con bel dito di crema pasticcera e coprire con la metà superiore senza schiacciare molto. Riporre in frigo in modo che la crema si rassodi.


domenica 16 giugno 2013

La veg crema pasticcera

Analizziamo un pò il significato delle parole...crema e pasticceria, quindi qualcosa di cremoso dolce e buono che ben si presti a farcire torte, crostate, pasticcini o dolci al cucchiaio. Giusto?! Quindi, dico io, perchè per forza con le uova? Stavo anche pensando che quando si fa la classica crema pasticcera con i tuorli sono importanti le proporzioni tra latte, farina e uova; sono importanti gli aromi come limone o vaniglia; è importante la dose di zucchero e questo perchè se sente di uova o di farina fa schifo! Quando ho cercato in google crema pasticcera vegan ho trovato mille ricette, quindi come sempre non ho inventato nulla di nuovo, ma ho fatto un paio di esperimenti e ora vi posto una crema perfetta e quasi identica alla classica, davvero buona, più buona secondo me!
Riflettendo un poco devo ammettere che la via migliore per apprezzare questo modo poco tradizionale di cucinare non è quella di cercare di ricreare le cose come sono sempre state fatte, la via migliore è quella di cercare di creare qualcosa di diverso, di nuovo, mirare a qualcosa di più leggero con un'anima diversa, magari sapori nuovi e più 'complessi'.
Qualche domenica fa ho avuto l'occasione di partecipare ad un pomeriggio con lo chef Simone Salvini, e pensate che era pure un evento gratuito a numero chiuso organizzato in occasione di una rassegna lodigiana dedicata ai 'comportamenti umani'. Abbiamo assistito alla preparazione di un risotto eccezionale, ho scoperto il gusto fantastico del tofu affumicato, ho potuto conoscere una persona eccezionalmente stimolante e interessante. Pensate che questo grande chef ci ha fatto come dessert una crema molto simile a quella che sto postando, ma con latte di cocco e tra gli aromi, oltre alla classica stecca di vaniglia,  qualche foglia di alloro, una crema al cucchiaio divina. E proprio questo uso di aromi naturali, erbe a volontà, ricerca di sapori complessi mi ha fatto capire che la via migliore per apprezzare questa cucina è spingersi verso il diverso senza lo sforzo costante di guardarsi indietro, nella vita in genere se si è sicuri di una scelta indietro non si guarda no?!
Però c'è anche da dire che per il mio compleanno mi voglio fare la crostata con la crema e la frutta fresca e quindi mi sono creata una crema aromatizzata con la scorza di limone che, nonostante la scelta del latte di riso e mandorla, assomiglia troppo alla classica crema pasticcera.



Ingredienti:
600 ml di latte riso-mandorla (Isola bio)
15 g. di margarina
1 limone bio per la scorza
80 g. di zucchero di canna
50 g. di frumina
1 pizzichino di curcuma (solo per il colore)
Nota: il limone si può sostituire con i semini della stecca di vaniglia, o con del cacao, o con del cioccolato fondente fatto sciogliere nella crema all'ultimo momento

Passare il fondo del pentolino con la margarina, versare nel pentolino 500 ml di latte, unire la scorza di limone a pezzetti (evitare la parte bianca sottostante) e portare sul fuoco. Quando inizia a scaldarsi aggiungere lo zucchero. In una ciotolina a parte sciogliere la frumina e la curcuma con le 100 ml di latte tenute da parte, versare anche questi nel pentolino insieme al resto.
Portare a bollore continuando a mescolare, fuoco basso (ci vorranno una decina di minuti) spegnere e far raffreddare. Vista l'operazione di sciogliere la frumina a parte, la crema dovrebbe risultare perfettamente liscia e vellutata in caso contrario frullare i grumi con minipimer ad immerisone.
Raffreddandosi la crema si rassoda molto ma rimane cremosa, è ottima per tutti gli usi: farcire una torta (come quella che posterò io, hihi), metterla in una ciotolina con la frutta (gnammi), ecc, ecc...